Il Corridoio Economico Orientale della Thailandia fissa nuovi obiettivi di investimento
Per i prossimi cinque anni il Corridoio Economico Orientale (EEC) della Thailandia ha fissato un nuovo obiettivo di investimento di 500 miliardi di baht (13,7 miliardi di dollari).
Il nuovo Ministro del Commercio si è impegnato a superare tutte le sfide di lunga data entro 99 giorni, al fine di attrarre maggiori investimenti stranieri nell’EEC. Ciò include il completamento di un importante progetto ferroviario ad alta velocità che collega l’EEC a tre importanti aeroporti: Suvarnabhumi, Don Mueang e U-tapao. Il progetto ferroviario di 220 chilometri ha un valore di 282 miliardi di baht (7,7 miliardi di dollari).
Per raggiungere i suoi obiettivi di investimento, l’EEC si concentrerà sullo sviluppo di veicoli elettrici, servizi medici, infrastrutture biotecnologiche e industrie digitali come microchip ed elettronica. Tra il 2018 e il 2022, l’EEC ha attirato circa 1,8 trilioni di baht (49,3 miliardi di dollari), superando l’obiettivo di 1,7 trilioni di baht (46,6 miliardi di dollari).
L’EEC è il fulcro della crescita economica della Thailandia
Il 1° febbraio 2018 il pParlamento Tailandese ha approvato la Legge per il Commercio e gli Investimenti nel Corridoio Economico Orientale (EEC). Attraverso la EEC, la Tailandia intende trasformare le sue province orientali in una delle principali zone economiche dell’ASEAN. L’EEC si estende su tre province orientali della Thailandia – Chonburi, Rayong e Chachoengsao – al largo della costa del Golfo della Thailandia e si estende su 13.285 chilometri quadrati.
La costa orientale della Thailandia gode già di una forte connettività con i Paesi vicini e di rotte commerciali consolidate. La costa ha visto il successo nelle industrie petrolchimica, automobilistica ed elettronica.
La struttura dell’EEC è stata appositamente progettata per ospitare le 10 industrie target della Thailandia e supportare l’iniziativa “Thailandia 4.0”, volta ad attrarre investimenti esteri. Queste 10 aree target includono cinque settori esistenti: automobilistico, elettronico, petrolchimico, agricolo e alimentare, nonché cinque nuovi settori di prossima generazione: automazione e robotica, aerospaziale, digitale, biotecnologia, medicina e sanità.
Uno dei principali obiettivi dell’EEC è quello di migliorare la connettività esistente e promuovere la produzione e l’innovazione. Il Governo intende creare rotte marittime consolidate dalle province orientali della Thailandia verso il progetto di porto d’altura di Dawei in Myanmar, il porto di Sihanoukville in Cambogia e il porto di Vung Tau in Vietnam. Il Governo sta espandendo il porto di Laem Chabang, già il più grande del Paese, con l’obiettivo di trasformarlo in un hub marittimo del Sud-Est asiatico.
Il porto di Laem Chabang ha iniziato la fase 3 di espansione nel 2023, per un valore di 30 miliardi di baht (927 milioni di dollari). Una volta completata nel 2029, il porto avrà una capacità di movimentazione dei container di 18 milioni di piedi equivalenti (TEU) all’anno.
Il progetto, che prevede la collaborazione dell’Autorità portuale della Thailandia (PAT) e del consorzio GPC International Terminals, mira a sviluppare il porto di Laem Chabang come uno dei primi 10 porti del mondo, completo di sistemi di gestione completamente automatizzati. Si prevede che gli ormeggi per container F1 e F2 genereranno complessivamente 8 miliardi di baht (245 milioni di dollari) all’anno. Il porto di Laem Chabang è il terzo porto gateway più grande al mondo.
Il progetto, che prevede la collaborazione dell’Autorità Portuale della Thailandia (PAT) e del consorzio GPC International Terminals, mira a sviluppare il porto di Laem Chabang tra i primi 10 porti del mondo, completo di sistemi di gestione dell’automazione completa. Si prevede che gli attracchi per container F1 e F2 genereranno complessivamente 8 miliardi di baht (245 milioni di dollari) all’anno. Il porto di Laem Chabang è il terzo passante portuale più grande del mondo.
Incentivi disponibili
Per attrarre investitori esteri, l’EEC offre una vasta gamma di incentivi che comprendono una flat tax sul reddito personale del 17 percento, l’esenzione dall’imposta sul reddito delle società per un massimo di 15 anni, esenzioni dai dazi doganali sull’importazione di materie prime, semplificazione del processo di assunzione di dipendenti stranieri e il diritto di locare terreni per un periodo massimo di 50 anni per lo sviluppo residenziale e di 99 anni per le zone commerciali e industriali (50 anni iniziali e 49 anni con un unico rinnovo).
La ripresa economica della Thailandia
Si prevede che le prospettive del PIL della Thailandia cresceranno, nel 2023, tra il 2,7 e il 3,6%, in aumento rispetto al 2,6% nel 2022. La crescita economica sarà stimolata da un’industria del turismo in ripresa e dal miglioramento dei consumi privati.
La seconda economia del Sud-Est asiatico ha subito una grave recessione nel 2020, a causa della pandemia. Nello stesso anno il PIL è crollato del 6,1%, con la flessione più significativa della Thailandia dai tempi della crisi finanziaria asiatica.
Il settore del turismo in ripresa
Il turismo rappresenta un settore di grande importanza per la Thailandia, contribuendo a circa il 20% del suo PIL. Prima dell’avvento della pandemia di COVID-19, nel 2019, il Paese ha registrato un record di 39 milioni di turisti internazionali, portando introiti all’economia per un valore di 64 miliardi di dollari.
La Thailandia è particolarmente intenzionata a riconquistare il mercato turistico cinese, dopo che la Cina ha riaperto le sue frontiere all’inizio di gennaio. Il Governo si è posto l’obiettivo di attrarre cinque milioni di turisti cinesi nell’anno in corso, prevedendo un contributo all’economia di almeno 13 miliardi di dollari. Tra gennaio e maggio 2023, la Thailandia ha registrato 9,47 milioni di turisti internazionali e mira a superare gli 11,5 milioni di viaggiatori stranieri che hanno visitato il Paese nell’intero anno 2022 – una cifra ridotta a sole 427.869 unità nel 2021. Si prevede che nel 2023 la Thailandia ospiterà 25 milioni di visitatori stranieri, con l’obiettivo di generare un gettitio di 71 miliardi di dollari.