La rinascita economica della Thailandia e le opportunità di investimento
Si prevede che l’economia thailandese assisterà ad una crescita tra il 2,7 e il 3,6%, grazie all’afflusso di turisti stranieri, al miglioramento dei consumi interni e alle esportazioni alimentari.
Nel 2023 le prospettive del PIL della Thailandia dovrebbero crescere tra il 2,7 e il 3,6%, in aumento rispetto al 2,6% del 2022. La crescita economica sarà stimolata da un’industria turistica in ripresa e dal miglioramento dei consumi privati.
Nel 2020 la seconda economia più grande del sud-est asiatico è entrata in una grave recessione a causa della pandemia. In quell’anno il PIL è sceso del 6,1%: la più grande contrazione della Thailandia dalla crisi finanziaria asiatica.
Nonostante quest’anno la Thailandia continui ad affrontare diverse sfide, che vanno da un baht più debole, a una contrazione delle esportazioni a causa di rischi esterni e un previsto calo dei consumi pubblici, il Paese offre ampie opportunità per gli investitori esteri. La posizione geografica strategica della Thailandia nel centro dell’ASEAN rende il Paese un’importante base produttiva e distributiva, con collegamenti diretti con i mercati cinese e asiatico.Guardiamo ai diversi settori che mostrano buone prospettive di crescita nel 2023.
La ripresa del settore turistico
Per la Thailandia il turismo è un settore molto importante. Esso contribuisce a circa il 20% del PIL con un record di 39 milioni di turisti internazionali che hanno visitato il Paese nel 2019, prima dell’inizio di COVID-19. Questi flussi hanno portato all’economia 64 miliardi di dollari.
A seguito della riapertura dei confini della Cina, all’inizio di gennaio, la Thailandia intende riconquistare soprattutto il mercato turistico cinese. Quest’anno, il Governo ha puntato a cinque milioni di turisti cinesi, che dovrebbero contribuire all’economia con almeno 13 miliardi di dollari. Tra gennaio e maggio 2023, la Thailandia ha ospitato 9,47 milioni di turisti internazionali e cercherà di superare gli 11,5 milioni di viaggiatori stranieri entrati nel Paese nel corso del 2022. Nel 2021 questa cifra si era ridotta a sole 427.869 unità. Si prevede che nel 2023 la Thailandia vedrà 25 milioni di visitatori stranieri con un introito previsto di 71 miliardi di dollari.
L’Autorità del Turismo della Thailandia prevede che il settore tornerà ai livelli pre-pandemia entro il 2025, con 40 milioni di arrivi internazionali nel 2024.
Export in crescita
Esportazioni alimentari
Si prevede che quest’anno le esportazioni alimentari della Thailandia raggiungeranno circa 44,3 miliardi di dollari, con un aumento del 2,1% su base annua guidato dall’aumento della domanda globale da parte dei Paesi che si stanno riprendendo dalla pandemia, in particolare dalla Cina.
La Thailandia è uno dei maggiori esportatori netti di cibo al mondo ed è uno dei primi 10 produttori di molti importanti prodotti agricoli, come riso, ananas, manioca, canna da zucchero, gomma naturale e noci di cocco. Le esportazioni alimentari contribuiscono a circa il 23% del PIL annuo e il Paese punta a raggiungere i 58,6 miliardi di dollari entro il 2036.
Opportunità di investimento in Thailandia
Essendo la seconda più grande economia del sud-est asiatico dopo l’Indonesia, la Thailandia presenta ampie opportunità di investimento per le imprese straniere. Nel corso dei decenni, il Paese ha registrato un crescente consumo interno insieme a una robusta produzione orientata all’export con il risultato che, nel 2011, il Paese ha ottenuto lo status di nazione a reddito medio-alto.
Produzione ad alto valore aggiunto
L’economia della Thailandia dipende dalle esportazioni che, prima della pandemia, rappresentavano circa il 60% del PIL. Il settore manifatturiero del Paese svolge un ruolo importante (27% del PIL nel 2021). Il successo o il fallimento del settore spesso determina la salute generale dell’economia.
Negli ultimi 50 anni, la Thailandia ha costruito un robusto settore manifatturiero. Ora intende attrarre investimenti per la produzione di tecnologia di media e alta gamma, soprattutto perché rivali regionali come Vietnam e Cambogia diventano nuovi centri per la produzione a basso costo nella regione.
Produzione di veicoli elettrici
Il Governo thailandese intende far diventare la Thailandia una base per la produzione di veicoli elettrici (EV). La casa automobilistica di lusso tedesca, Mercedes, ha scelto la Thailandia come primo sito nel sud-est asiatico per produrre il suo modello elettrico EQS, mentre Toyota e la casa automobilistica cinese Great Wall Motor hanno firmato un piano di incentivi governativi per la produzione di veicoli elettrici in Thailandia.
Lo sviluppo del Paese come centro di produzione di veicoli elettrici nella regione è stato accelerato da generosi incentivi, come le esenzioni fiscali per 3-11 anni e gli incentivi agli investimenti per queste infrastrutture.
Turismo sanitario
Nel 2019 la Thailandia ha raccolto 1,8 miliardi di dollari da oltre quattro milioni di turisti del settore sanitario, pari al tre percento del PIL e si prevedeva che raggiungesse il 3,5 percento al momento dello scoppio della pandemia. Il Paese serviva clienti principalmente dagli Stati Uniti, dal Medio Oriente e dall’Europa.
I trattamenti medici possono avere prezzi inferiori fino al 30% rispetto all’Occidente e la qualità dell’assistenza sanitaria è paragonabile a quella dei principali ospedali di tutto ilmondo. Si prevede che entro il 2027 il settore del turismo sanitario tailandese avrà un valore di mercato di 24,4 miliardi di dollari.
Produzione alimentare halal
Nonostante sia un Paese a minoranza musulmana, la Thailandia è il 12 ° più grande esportatore globale di prodotti Halal e il quinto produttore di alimenti Halal. Il cibo Halal rappresenta il 20% delle esportazioni alimentari totali della Thailandia, con il 60% delle sue esportazioni di cibo halal che raggiungono Paesi a maggioranza musulmana come Indonesia, Malesia e Brunei. In questi termini, il Paese è ben posizionato per essere un hub per la produzione Halal F&B nella regione.
La Thailandia ha soddisfatto diversi requisiti chiave nel settore alimentare Halal, con la sua crescente capacità di certificazione e formulazione Halal e l’aggiornamento del suo settore di ricerca e sviluppo.
Nuovi accordi di libero scambio in lavorazione
La Thailandia partecipa a 14 accordi di libero scambio (ALS) e il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) – il più grande accordo di libero scambio al mondo – è l’ultimo patto commerciale di cui il Paese è diventato firmatario.
Questi accordi di libero scambio offrono agli investitori un vantaggio competitivo quando importano da questi Paesi componenti, materie prime e altri fattori produttivi industriali.
La Thailandia mira a concludere accordi di libero scambio con l’Unione Europea (UE), lo Sri Lanka e gli Emirati Arabi Uniti (EAU) entro la metà del 2024, poiché il Paese cerca di estendere l’accesso al mercato per le sue esportazioni e l’attrazione di investimenti esteri.
Un accordo di libero scambio con gli Emirati Arabi Uniti lo renderebbe il primo accordo di questo tipo con un Paese del Medio Oriente. Gli Emirati Arabi Uniti sono attualmente il sesto partner commerciale della Thailandia e il più grande in Medio Oriente. Inoltre, la conclusione di un accordo di libero scambio con lo Sri Lanka offrirà alla Thailandia l’accesso al mercato dell’Asia meridionale e creerà una connessione con India, Pakistan, Bangladesh e Nepal.